
Consulente marketing contro AI
Ruolo e contributo “umano”, fanno ancora la differenza.
Perché il titolo:
Consulente marketing contro AI, intelligenza artificiale?
Il componente “umano”, fa ancora la differenza nel ruolo del Consulente marketing. Adesso più che mai perché deve “dimostrare” di saper rendere l'intelligenza artificiale, comprensibile ed efficace per il cliente.
Il termine "contro" nel titolo, è una provocazione. Non si tratta di essere contro; ma a confronto.
Il rapporto umano, nelle scelte importanti, ha ancora Valore. Siamo tutti consapevoli di quanto le emozioni influiscano nelle decisioni importanti. E che vanno prese a mente lucida e in totale serenità.
Ed ecco che, nel rapporto consulente e azienda B2B l’interazione umana è fondamentale, quantomeno in Italia. Perché piaccia o meno, al cliente devi sempre “andare bene”. Sei un Professionista? Ok la mia e la tua professionalità sono ritenute di default.
Per il cliente è sotto inteso che siamo competenti. Non serve dirlo.
Sappiamo quindi che nelle Aziende (più o meno strutturate che siano), abbiamo sempre a che fare con un interlocutore umano. Che fino a prova contraria, è una persona. Ed che ci siamo “arrivati” con il passa parola, con una botta di c. o per merito, ad ogni modo, dobbiamo andargli a genio. Quanto meno, provarci.
Dobbiamo riuscire ad entrare in sintonia e dimostrare che non temiamo l’Intelligenza Artificiale, ma la conosciamo e ne traiamo beneficio. E sopratutto il Cliente. In questo caso io, PIVAX, desidero farti capire che so come farti ottenere dei vantaggi tangibili dall'intelligenza artificiale.
Ma non serve farlo scaricandoti un "pippone" di argomenti sentiti ormai mille volte.
In Italia, per adesso, è il fattore umano che fa la differenza. Non serve addentrarsi. Nè sul piano tecnico e nemmeno su quello etico, dell'intelligenza artificiale. Ma piuttosto: puoi capire quanto il Consulente sa rendersi indispensabile. Quanto abbiamo studiato le tue potenzialità e e le tue esigenze, come Cliente. E proporre soluzioni.
Ma occorre entrare in sintonia, unendo le nostre competenze in marketing alle potenzialità dell'intelligenza artificiale. Essere in grado di risolvere un problema. E possibilmente, creare nuove opportunità di business.
Questi aspetti fanno la differenza tra noi e l’IA.
Se mi consentite un paragone, l’IA è come un computer negli anni ’80. I Professionisti avevano capito che aveva enormi potenzialità. Ma sul lato pratico, non sapevano come il computer gli facesse aumentare i margini di guadagno, piuttosto che il fatturato. E magari semplificargli il lavoro.
Oggi è la stessa cosa. Quindi serve una persona che li guida tra i meandri di questa AI. Intelligenza artificiale che oltretutto, evolve di continuo.
Pertanto sia che siamo una Agenzia di comunicazione o un Consulente aziendale o marketing, siamo fortunatamente lontani, dall’essere soppiantati da “un boot”.
Quindi?
È un po’ come dare una Ferrari a chi non sa guidarla per più di 800 metri… senza girarsi su se stesso o andare a sbattere anche poco… e distruggerla.
Perché il consulente è ancora fondamentale nel 2025.
L’attenzione va spostata sull’unicità ad dell’essere umano.
Oltretutto per buon senso che ancora circola, con GTP posso realizzare un testo per un sito, ma se lo pubblico con un diretto: “copia incolla”… i motori di ricerca penalizzeranno quella pagina.
Serve sempre avere competenza in ciò che scrivi e 10 in Italiano, per aggiustate in modo efficace quel testo, prima di pubblicarlo. È un assolutamente di grande aiuto. Ma fortunatamente non puoi fare “copia / incolla” quanto meno in ambito Professionale.
E va bene così. L’uomo è ancora al centro. Il valore aggiunto del genio umano, o più semplicemente la sua capacità di sintesi ed intuizione. Fanno la differenza.
Le capacità umane di empatia ed intuizione rimangono insostituibili. Quindi il consulente marketing mantiene il suo Valore, anzi, può diventare cruciale, per le aziende che vogliono trovare una strada sicura in questa nella complessità.
In che senso?
Siamo in Italia. Punto. Che tu sia a Treviso, a Milano, a Capalbio o in Puglia: siamo quelli che gesticolano. Siamo quelli che prendiamo per il braccio per dire una cosa importante. Siamo quelli che ci guardiamo negli occhi. Siamo quelli che chiudono gli affari importanti al ristorante stellato. O anche davanti uno Spritz o del buon vino in Osteria, solitamente prestigiosa, in quanto storica. E se ci sono le rondini ed il cielo sereno. Altro che GTP.
Concludendo
L'IA è sì, intelligente nel darci una sintesi semantica di informazioni che trae dai suoi Big Data e dalla rete. Ma non fa una analisi sulle aspettative del cliente Mario Rossi, attingendo a sue specificità. Perché il Sig. Rossi domani può anche cambiare esigenze, prendere un'altra decisione. L'intelligenza artificiale questo, non lo può sapere!
Invece il Consulente sa interpretare l'espressione nel viso del cliente, sa cogliere la sua personalità. Solo il Consulente, comprende in 3 secondi il contesto specifico del cliente e del suo business. E pertanto sa definire una strategia di lungo termine. E senza ragionamenti complessi. Perché intuisce variabili prima che il Cliente stesso le possa manifestare. istantanee ed istintive. La creatività ha sempre un guizzo di telepatia e di genialità.
Creatività appunto. Innovazione: spesso vuol dire saper pensare e creare "fuori dagli schemi”. L’uomo non formula storytelling robotici, anzi, è capace di coinvolgere. L'IA può supportare, ma la scintilla creativa nasce dalla sensibilità e dall'esperienza dell’uomo.
Intelligenza relazionale: parlavamo di affari che si “chiudono” a cena. Sappiamo veicolare esperienze e relazioni. Amicizie. Perché più di ogni altro popolo, noi italiani “sappiamo vivere” e relazionarci. Per questo gli italiani hanno il copywriting della “Raccomandazione” e della “buona parola”. Perché siamo Geniali. Come quelli che imitavano i jeans di marca a Napoli, mente scrivevano “Made in China” nell’etichetta. È tanta roba. Al di là delle battute. Siamo il popolo che meno di tutti deve temere l’Intelligenza Artificiale.
Altro che Neural Engine. il professionista italiano in un battito di ciglio… connette il Cliente con la tal persona che può risolvergli un determinato problema. Oppure gli viene in mente il collega o l'amico che gli apre un nuovo sbocco per il suo business.
Concludendo: l’uomo che “sa il suo mestiere”, ha la capacità di utilizzare la sua “intelligenza emotiva naturale” che è ancora insostituibile. Entra in sintonia empatica.
Pensa solo per un instante a questa scena: un Consulente che ti sa ascoltare avvolti dal canto delle rondini, sorseggiando del buon Prosecco in un magnifico centro storico di una città come Treviso… non c’è AI che... regge.
Per adesso...