"PIVAX" https://www.pivax.it/#blog -intelligenza artificiale- Carlo Piva Treviso.

Intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo.
È una novità che stupisce molti, perché consente cose impensabili solo pochi anni fa.

Cos'è l'Intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo.
È una novità che stupisce, perché consente cose impensabili solo pochi anni fa. Di fatto, tutta questa "capacità di computazione", ossia di elaborare miliardi di informazioni al secondo, in modo "intelligente", si è deciso di reclamizzarlo. Si è voluto e deciso di enfatizzare il tutto, creare un’aurea di evento meraviglioso per tutti e si sono create le piattaforme di utilizzo di questa tecnologia. Chiamandola prima AI e ad oggi, definitivamente e per tutti: I.A.

Queste capacità computazionali, in specifici ambiti, effettivamente ci sono da tanto. Non si spiegherebbero 850 voli al giorno a Miami o Fiumicino. Erano già abbastanza in grado di eseguire compiti che richiedono quasi... intelligenza. Certamente richiedono una precisione ed attenzione inamovibili, che affianca e supporta l'attenzione o la distrazione dell’uomo. Di fatto noi umani non sfruttiamo il nostro potenziale, quindi… ci sta.

Dicevamo, eseguire "imput" o "prompt", che vanno dal riconoscimento vocale o facciale in 3D, alla la traduzione linguistica, arrivando addirittura a comporre musica, a studiare un caso giuridico. Infine può avere applicazioni interessanti in ambito medico e per studiare soluzioni atte a salvaguardare eco-sistemi.

Considerazioni

Per chi lavora con la tecnologia, da sempre, diciamo una cosa semplice. Ossia: non è tutta sta gran novità.
Era prevedibile? Certo, bastava "leggere tra le righe" film come “iRobot" con Will Smith, piaccia o non piaccia.
Si capiva che qualcosa di vero sulle "macchine pensanti", c'era; di sicuro eravamo più consapevoli di altri, circa gli interessi a rendere i computer sempre più simili ed alternativi all'uomo. La storia insegna.

Pertanto eravamo consapevoli che, presto o tardi, si sarebbe arrivati a questo. Perché quando un nano chip, (la mente di un computer), è in grado di eseguire milioni di calcoli al secondo... Se oggi ne esegue miliardi, non ci voleva un genio.
Oltretutto ad oggi tutti sanno, che ogni anno, le capacità computazionali dei microchip raddoppiano. Aumentando la capacità di eseguire calcoli complessi, arrivando anche "decidere" tra variabili differenti.

Banalmente, anche 6 anni fa, generare una correzione dello lo stesso file con il timbro di Photoshop, da 2 computer differenti, generava un risultato leggermente differente. -"Ma lo hai fatto?" - "Si, ma non mi viene come a te"-...
Era strano ma non ci si faceva caso.

Ma c'è da dire che la cosa che ci lascia basiti, non è la AI in se stessa. Ma il modo così sfacciato di promuoverla "ai quattro venti" ed esaltarla. Coinvolgendo pure il Papa... Assurdo, ma è realtà, lo dicevano come fosse "una manna" caduta dal cielo; la panacea ai problemi dell'umanità. Di fatto, il diffondendola, alla mercè di tutti. E non è un bene. Se tutti sanno fare il mestiere degli altri, se ognuno si fa l'orto a casa, si fa la sua corrente, ok, si risparmia come singoli. Ma si fallisce come eco-sistema economico.

Come hanno fatto alla Apple (dopo la dipartita di Steve Jobs, ovvio), che i computer Macintosh che sono diventati solo Mac. Basta questo? No. Lasciatemi dire: altro che "mercato di nicchia". Si trovano a €730 al MegaStore. E tutti su YouTube a fare video di questa indecenza.

Vent'anni fa, tra le persone non addette (il 95% della popolazione) nessuno sapeva cos'era un Macintosh, , e dovevi strisciare la Carta di Credito, minimo tre mila euro... Quindi era davvero, un mercato di nicchia, adesso fa rima con un'altra cosa.

Che valore dai ad un giovane che si affaccia al nostro mestiere, se ha imparato su YouTube, ed ha speso 1000 euro per Mac e Monitor 4k...?

Siamo all'assurdo. Contenti loro... Loro sì, ma sarà un boomerang per tutti. Anche se pare lontano. Altro che... figata. Vedrete tra 10 anni dove saranno: avvocati, commercialisti, meccanici d'auto, tecnici di ogni sorta! vedrete che figata!

Perché detto banalmente, più informazioni vengono elaborate da una entità che computa dati e li confronta, più veloce è il passo che porta ad “una decisione pensata”. Possiamo affermare che l’intelligenza artificiale, quanto meno, avendo una rilevante ed impattante “capacità” di calcolare, pensare e decidere; ha per forza una “responsabilità” decisionale.

Infatti se vediamo dati estensibili, circa un anno fa in una simulazione di guida autonoma, il computer si è fermato. Ha avuto un dilemma etico: “in caso di sinistro, è meglio investire 6 persone alla fermata dell’autobus e salivare i passeggeri dell’auto o viceversa?” Perché le due opzioni sono queste, dal calcolo di mezzo secondo della IA che guidava l’auto. In simulazione, certo.Detto volgarmente “si è fermata” chiedendo all’uomo, “quale scelta fosse più etica ed accettabile per l’uomo”.Dunque, la bella notizia è: che AI si è fermata. O meglio è stato istruita a fermarsi di fronte a determinati quesiti. Ponendo all’attenzione dell’uomo un dilemma che però evidenzia una, seppur embrionale, forma di “coscienza”.

L’essere umano è affascinato dalla scienza a volte in modo scellerato, ma stiamo migliorando. Lo stesso uomo (e donna che sia), aveva “educato / istruito” il software di evidenziare decisioni critiche.Sarebbe curioso sapere cosa hanno risposto al software, ed in caso di viaggio su auto con guida autonoma, cosa deciderà di fare. Ma non sta a noi saperlo, abbiamo ben altro da approfondire. Per avviarci alla conclusione, queste implicazioni sono già impressionanti nelle versioni free installate negli ultimi modelli di smartphone. Molti “non addetti ai lavori”, si stupiscono dicendo: “dove siamo arrivati! Con la tecnologia”.

Mentre il focus è: “da dove stiamo partendo”, e quali implicazioni ci saranno! Va comunque detto che questa tecnologia, migliora e migliorerà sempre più l’efficienza e la precisione di molte attività. Apre anche nuove opportunità per l’innovazione in vari settori, dal settore agroalimentare alla sicurezza aerea, dal settore sanitario fino all’ambito finanziario. Ma per chi e per quanti…? E se lo chiedono i creatori stessi di questa IA.

È di pubblico dominio che fondatori, si sono ritirati di fronte alle implicazioni della loro “creatura”. Eppure, pare spasmodica la volontà di “accelerare” le tappe evolutive. Tappe evolutive di una realtà che già questi ultimi due tre anni si erta superata in modo esponenziale. In effetti per il cittadino medio o meglio, non toccato dall’argomento, forse non c’era tutta questa urgenza di ulteriori implementazioni.

Eppure sembra iniziata una gara. Ricorda quella tra i due colossi dei videogame.

Velocità ed affidabilità dell’intelligenza artificiale.

Che sia tutta sta grande novità, per chi lavora con la tecnologia: diremmo no, e si poteva prevedere. Si poteva prevedere è un eufemismo. Bastava capire tra le righe il film “iRobot con Will Smith”. Oltretutto chi, da anni, usa “tecnologie semi-pensanti” direbbe:  “lo sapevano anche i sassi che si arrivava a questo”.

Perché detto banalmente, più informazioni vengono elaborate da una entità che computa dati e li confronta, più veloce è il passo che porta ad “una decisione pensata”. Possiamo affermare che l’intelligenza artificiale, quanto meno, avendo una rilevante ed impattante “capacità” di calcolare, pensare e decidere; ha per forza una “responsabilità” decisionale.

Infatti se vediamo dati estensibili e divulgabili, circa un anno fa in una simulazione di guida autonoma, il computer si è fermato. Ha avuto un dilemma etico: “in caso di sinistro, è meglio investire 6 persone alla fermata dell’autobus e salivare i passeggeri dell’auto o viceversa?” Perché le due opzioni sono queste, dal calcolo di mezzo secondo della IA che guidava l’auto. In simulazione, certo. Detto volgarmente “si è fermata” chiedendo all’uomo, “quale scelta fosse più etica ed accettabile per l’uomo”.

Dunque, la bella notizia è: che AI è stato istruita a fermarsi di fronte a determinati quesiti. Ponendo all’attenzione dell’uomo un dilemma che però evidenzia una, seppur embrionale, forma di “coscienza”. L’essere umano è affascinato dalla scienza a volte in modo scellerato, ma stiamo migliorando. Lo stesso uomo (e donna che sia), aveva “educato / istruito” il software di evidenziare decisioni critiche.

Sarebbe curioso sapere cosa hanno risposto al software, ed in caso di viaggio su auto con guida autonoma, cosa deciderà di fare. Ma non sta a noi saperlo, abbiamo ben altro da approfondire.

Per avviarci alla conclusione, queste implicazioni sono già impressionanti nelle versioni free installate negli ultimi modelli di smartphone. Molti “non addetti ai lavori”, si stupiscono dicendo: “dove siamo arrivati! Con la tecnologia”. Mentre il focus è: “da dove stiamo partendo”, e quali implicazioni ci saranno!

Va detto comunque che questa tecnologia, migliora e migliorerà sempre più l’efficienza e la precisione di molte attività. Apre anche nuove opportunità per l’innovazione in vari settori, dal settore agroalimentare alla sicurezza aerea, dal settore sanitario fino all’ambito finanziario.

Ma per chi e per quanti…? E se lo chiedono i creatori stessi di questa IA. È di pubblico dominio che fondatori, si sono ritirati di fronte alle implicazioni della loro “creatura”. Eppure, pare spasmodica la volontà di “accelerare” le tappe evolutive. Tappe evolutive di una realtà che già questi ultimi due tre anni si erta superata in modo esponenziale.

In effetti per il cittadino medio o meglio, non toccato dall’argomento, forse non c’era tutta questa urgenza di ulteriori implementazioni. Eppure sembra iniziata una gara. Ricorda quella tra i due colossi dei videogame.

Applicazioni interessanti e utili della IA.

Come anticipato sopra, altri esempi. Gli algoritmi di IA possono prevedere le tendenze di mercato. Possono ottimizzare le catene di approvvigionamento in vari settori. Possono addirittura personalizzare l’esperienza utente ai clienti di qualsiasi ambito e su larga scala. Non ultimo, l’IA da un contributo alla ricerca scientifica, accelerando a dismisura la scoperta di nuovi farmaci e soluzioni a problematiche complesse.

Pensiamo in ambito medico e terapeutico, cosa significa con la IA dati interfacciare in tempo reale a distanza di migliaia di km. Come un chirurgo in un ospedale di Tokyo scambia dati ed ottiene elaborazioni di Care Problem Solving, interagendo con un ricercatore di Los Angeles in diretta. Certo uno dei due avrà una notte insonne.

Tuttavia, insieme ai benefici, l’IA porta e porterà con sé anche sfide etiche e sociali che non trascurabili. E lo dice lei stessa. Ed in modo schietto. Questioni come la privacy dei dati, il bios algoritmico (rischi di impaludamento sistemico di un software) e l’impatto sul mercato del lavoro sono argomenti oramai di acceso dibattito globale. C’è chi sostiene che si perderanno tot posti di lavoro. Altri sostengono l’esatto contrario.

C’è chi dice sarà fondamentale che lo sviluppo dell’IA venga guidato da principi etici e adeguate regolamentazioni. Imposte dai governi. Non tanto per un’etica moralistica auto-referenziale, ma per garantire in primis la sicurezza delle persone. Dalla Privacy alla incolumità. Ed inoltre non sia che i benefici siano distribuiti in modo poco equo.

Ma sono regole illusorie, basta già oggi sbirciare i listini prezzo delle piattaforme che “seriamente” (non per finta come nelle versioni gratuite) ci consentono di utilizzare le IA. in ambito professionale.

Uno tsunami inevitabile o cavalcabile.

Ma sappiamo tutti che quando arriva uno tsunami, non si ha il tempo per riflettere su come si è generato, ma è più saggio ed opportuno, capire come cavalcare / navigare questa onda anomala. Perché in questo caso della IA, si può solo: evitare, andando in pensione o avendo la fortuna di lavorare in un settore che non ne risente. Almeno per ora e 5 anni. Diversamente non è uno tsunami che ti risparmia se sali in collina o in cima ad un robusto edificio.

Perché uno tsunami

In un mondo sempre più digitalizzato, dove anche il pensionato per pagare le tasse deve avere uno smartphone, l’intelligenza artificiale rappresenta una risorsa inestimabile.

Ma è anche vero che richiede competenze e formazione. Anche supporto socio-psicologico. Sono cambiamenti importanti. Affrontare le sfide etiche legate all’IA, non sarà una passeggiata.

I tuoi nipoti troveranno una professione straordinaria, ma tuo cugino perderà il lavoro. Tornando alla tecnologia. Sarà sempre più fonte di dibattito, la la protezione della privacy. Le informazioni personali trattate dai sistemi di intelligenza artificiale dovranno essere gestite in modo sicuro e rispettoso della riservatezza degli individui.

Basti pensare che per dimostrare che sono maggiorenne per poter usare GTP-4 avanzata, devo inviare copia dei miei documenti di identità. E dove andranno archiviati…? Chi ne avrà accesso…? Cioè: altro che fare un cerchio col pennino sullo smartphone per cercare una mensola online.

Ci dicono infatti che il “bias” è un’altro tema: gli algoritmi di intelligenza artificiale possono essere influenzati da pregiudizi presenti nei dati di addestramento, portando a decisioni apparentemente inclusive ma di fatto discriminatorie. E lo dice la IA stessa. (Pazzesco)

Dicono sia cruciale adottare misure per individuare e correggere questi bias al fine di garantire equità e imparzialità nei risultati generati dall’IA. Ma poi chissà.

Non è un argomento ma è “un terreno minato”. Quindi per chi è appunto, intelligente, lo lasciamo a chi si occupa di certi argomenti di professione. Noi facciamo altro.

Conclusioni e prospettive pro-positive

Dato che come detto di professione, facciamo altro, non abbiamo tempo di fare retorica. È importante sviluppare capacità di utilizzare le varie declinazioni dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Ri-qualificarci… tutti.
Piaccia o non piaccia.

Potremmo stare qui a scrivere la “Divina commedia” dell’etica, connessa alla IA. Oppure possiamo capire “come averne un tornaconto”. Quanto meno: per “prendere la pagnotta” scritto “in modo concreto”. Tutti i professionisti ed i lavoratori di tutti gli ambiti coinvolti da queste trasformazioni possono o dovrebbero fare Formazione. Anche se comporta uno sforzo, fare di tutto per mantenere o garantire in termini accettabili, gli standard e le opportunità. Sia di business che occupazionali.

A meno che non abbiate 4 milioni di euro di capitale personale, per tutti gli altri, occorre affrontare in modo efficace questa sfida. Esistono già molti Corsi di aggiornamento o di formazione inerenti l’ambito della IA. Da corsi basici e corsi di formazione avanzati. Addirittura esistono su misura alla piattaforma che andrete ad utilizzare per fruire dei potenti servizi dati dalla IA.

Infine ci saranno anche fondi regionali, nazionali o europei ai quali accedere. Per consentirci di aggiornarci in merito a questo novo mondo. Mondo nel quale che dovremmo e volgiamo continuare a prosperare e lavorare.